Nel cuore del centro storico di Granada sorge il Monastero di San Geronimo, uno dei gioielli più raffinati del Rinascimento spagnolo. Fondato dai Re Cattolici per accogliere gli eremiti di San Geronimo, divenne un punto di riferimento religioso, artistico e simbolico della nuova città cristiana dopo la conquista del 1492.
Nella Cappella Maggiore della chiesa furono deposti i resti del Gran Capitano, Don Gonzalo Fernández de Córdoba, e di sua moglie, la Duchessa di Sessa. Alla sua costruzione parteciparono alcune delle figure più importanti dell’arte dei secoli XVI e XVII, come Jacobo Florentino, Diego de Siloé, Pedro de Orea e Pablo de Rojas.
Il Monastero di San Geronimo fu fondato dai Re Cattolici a Santa Fe, nello stesso luogo in cui avevano stabilito il loro campo durante l’assedio contro il regno musulmano di Granada.
Tuttavia, la zona si rivelò poco adatta: lì si erano concentrate truppe e cavallerie, lasciando un ambiente insalubre, infestato da pulci, sporco e caratterizzato da terreni paludosi, veri e propri focolai di malattie e morti. A causa di queste condizioni sfavorevoli, dopo la conquista di Granada si decise di trasferire il monastero nella capitale.
Il primo insediamento dei Geronimiti a Granada si trovò nell’antica moschea di Maharoch, o Ermita del Quemado – dove oggi sorge l’Ospedale di San Juan de Dios – in una casa con orto chiamata del Nublo, di proprietà dei sultani nazarí. Questi beni, insieme ad altri provenienti dal sobborgo di Almazda (l’attuale Calle San Jerónimo), furono consegnati all’Ordine dei Geronimiti dai Re Cattolici.
Nel 1504, però, a causa di un’epidemia, i monaci si trasferirono in un carmen vicino, probabilmente l’orto di Dar Ibn-Murdi. Fu in questa proprietà che iniziarono i lavori del nuovo monastero, dove l’ordine si sarebbe stabilito definitivamente.
Nel 1518 Jacobo Florentino avviò la costruzione della chiesa. Alla sua morte il progetto passò a Diego de Siloé – appena arrivato a Granada e contemporaneamente impegnato nella costruzione della Cattedrale – che completò la struttura del tempio e gli conferì una forte impronta rinascimentale.
Il grande chiostro del monastero fu terminato nel 1519 e un anno dopo venne completato il secondo cortile, che avrebbe ricevuto il nome di Chiostro dell’Imperatrice Isabella.
Questo nome si deve al viaggio a Granada degli sposi novelli Carlo V e Isabella del Portogallo. Durante il loro soggiorno una serie di terremoti colpì l’Alhambra e l’imperatrice decise di rifugiarsi nel monastero, ritenendolo più sicuro. Occupò quel chiostro insieme al seguito, e lì concepì il futuro Filippo II.
I monaci si trasferirono nel nuovo edificio nel 1521.
Nel 1522 fu completata la Cappella Maggiore, progettata come pantheon del Gran Capitano, Gonzalo Fernández de Córdoba. Le sue spoglie, insieme a quelle della moglie Doña María de Manrique e di vari familiari, arrivarono nel monastero solo una trentina d’anni dopo, traslate dal Convento di San Francisco. Ancora oggi si possono vedere l’epitaffio e le statue oranti dei coniugi ai piedi del Retablo Maggiore.
Tuttavia, le tombe furono profanate durante l’invasione napoleonica. I resti recuperati furono affidati all’Accademia Provinciale di Belle Arti e successivamente inviati al Panteón Nacional de Españoles Célebres a Madrid. Nel 1874 tornarono a Granada per essere ricollocati nella loro sede originale.
Una svolta inattesa avvenne nel 2006, quando un’indagine dell’Istituto Andaluso del Patrimonio Storico rivelò che i resti conservati non appartenevano in realtà al Gran Capitano né alla sua famiglia. Da allora, la loro reale ubicazione rimane un enigma storico.
L’invasione napoleonica provocò anche il saccheggio della chiesa, trasformata in granaio. Le grate furono fuse e la sagrestia distrutta. La parte superiore della torre fu demolita per costruire il puente verde sul fiume Genil, che collega il Paseo de la Bomba con l’Avenida Cervantes.
Nel primo terzo del XX secolo il monastero subì un incendio che distrusse principalmente il terzo cortile e la galleria superiore del secondo.
I monaci geronimiti rimasero nel monastero fino alla desamortizzazione di Mendizábal del 1835, dopo la quale l’edificio fu adibito a caserma.
I primi lavori di recupero del complesso iniziarono nel 1958, con interventi di pulizia. L’anno precedente era già stata recuperata la facciata che oggi dà accesso al compás, venduta dopo la desamortizzazione e ritrovata successivamente nella Casería de la Cruz. Da questi primi interventi prese avvio un continuo processo di restauro.
Negli anni Sessanta si realizzarono gli interventi più significativi: nel 1962 fu ricostruito il secondo chiostro, quello dell’Imperatrice Isabella, e nel 1963 fu restaurata la torre. Parallelamente, il complesso fu arricchito con elementi provenienti da edifici granadini scomparsi, incorporati per restituire al monastero il suo carattere monumentale. Tra questi spiccano il pilastro della casa priorale della Certosa, un soffitto a cassettoni del Carmen de los Mártires e il portale del Correo Viejo.
Infine, negli anni Sessanta il monastero fu ufficialmente restituito all’Ordine di San Geronimo. Dopo ulteriori anni di restauri e miglioramenti, nel 1977 si insediò definitivamente la comunità delle monache geronimite, restituendo la vita religiosa al complesso.
La visita al monastero inizia davanti alla sua facciata esterna, un’elegante opera manierista realizzata da Pedro de Orea nel 1590. Attraversandola si accede al compás, da cui si aprono i due chiostri e la chiesa.
Il chiostro maggiore costituiva il cuore della vita monastica. Il suo accesso, condiviso con la chiesa, avviene attraverso un portale dorico scolpito da Martín Navarrete nel 1594. La galleria inferiore, di estetica gotica, è composta da trentasei arcate a tutto sesto che poggiano su capitelli decorati con motivi vegetali. Nelle arcate centrali di ogni lato compaiono emblemi, stemmi e le iniziali dei Re Cattolici, a ricordare l’origine fondativa del monastero. La galleria superiore presenta archi ribassati sorretti da colonne corte, con parapetti in stile gotico.
Il secondo chiostro, noto come Chiostro dell’Imperatrice Isabella, combina armoniosamente elementi gotici, mudéjar e rinascimentali. Il piano terra presenta sette archi per lato, poggiati su colonne con capitelli e cimacios che richiamano la tradizione araba. Il piano superiore, originariamente decorato con archi ribassati e modanature gotiche, scomparve nell’incendio del 1927, ma venne fedelmente ricostruito nel 1965.
La chiesa, concepita in uno sobrio stile gotico, assunse un carattere completamente diverso quando Jacobo Florentino e, più tardi, Diego de Siloé ne assunsero la direzione. Furono loro a imprimere al tempio la sua forte identità rinascimentale, rendendolo uno degli esempi più notevoli del Rinascimento in Spagna.
La pianta è a croce latina, con una navata unica di quattro campate e un’abside poligonale. Le cappelle laterali conservano le loro volte gotiche a crociera, mentre il transetto e l’abside rispondono pienamente al nuovo linguaggio rinascimentale. Diego de Siloé progettò i sette portali che danno accesso alle cappelle e alle cripte delle famiglie illustri di Granada. L’abside è coperta da una maestosa volta a botte cassettonata, sostenuta da pilastri corinzi. Il transetto fu iniziato da Florentino e proseguito da Siloé, che progettò anche la torre; tuttavia, venne completata solo nel 1565, anni dopo la sua morte. La parte superiore della torre – con un campanile a otto archi, un parapetto e un’alta cuspide – fu demolita dalle truppe napoleoniche.
L’interno della chiesa sorprende per la sua ricchezza decorativa, una delle più sontuose del Rinascimento andaluso. Le linee strutturali di Florentino si uniscono allo stile inconfondibile di Siloé, visibile nei pilastri cruciformi con semicolonne addossate, simili a quelli della Cattedrale di Granada. La decorazione a cassettoni raggiunge la sua massima espressione nella volta che copre la Cappella Maggiore. Il Retablo Maggiore, opera di Pablo de Rojas, è uno dei più straordinari di Granada e presenta un elaborato programma iconografico che racconta scene della vita di Cristo e di San Geronimo.
In questo spazio si trova anche il sepolcro del Gran Capitano e della Duchessa di Sessa, concepito per esaltare le virtù e le imprese militari di Gonzalo Fernández de Córdoba. Sua moglie, Doña María de Manrique, desiderava che il marito riposasse in un contesto iconografico ideale, in linea con il gusto classico del suo tempo.
Questo simbolismo continua anche all’esterno dell’abside della chiesa. Nel primo livello si trovano gli stemmi del Gran Capitano e della duchessa, sorretti da due guerrieri vestiti “all’antica”. Nel secondo livello, opera di Siloé, due figure femminili – l’Industria e la Fortezza – sorreggono un cartiglio che narra le gesta del condottiero. Ai lati compaiono due medaglioni che, secondo la tradizione, rappresenterebbero i ritratti dei coniugi.
Estate
Da lunedì a sabato: 10:00–13:00 e 16:00–19:00 (chiusura delle porte del monumento alle 13:30 e alle 19:30).
Domeniche e giorni festivi: 11:00–13:00 e 16:00–19:00 (chiusura delle porte del monumento alle 13:30 e alle 19:30).
Inverno
Da lunedì a sabato: 10:00–13:00 e 15:00–18:00 (chiusura delle porte del monumento alle 13:30 e alle 18:30).
Domeniche e giorni festivi: 11:00–13:00 e 15:00–18:00 (chiusura delle porte del monumento alle 13:30 e alle 18:30).
Orari speciali per la Settimana Santa e altri giorni festivi: consultare il sito ufficiale del monumento.
Ingresso generale (dai 12 anni in su): 7 €.
Minori di 12 anni (accompagnati da un familiare; non applicabile ai gruppi scolastici): 0 €.
Studenti (meno di 25 anni con tessera studentesca) / Persone con disabilità (con documentazione): 5 €.
Gruppi scolastici: 5 € per alunno (per ogni 10 alunni, 1 insegnante entra gratuitamente; gli insegnanti aggiuntivi pagano la tariffa adulti di 7 €).
Si consiglia di consultare il sito ufficiale del monumento per informazioni aggiornate.
Se ti trovi nel centro di Granada, questa è la maniera più semplice per raggiungere il Monastero di San Geronimo. La passeggiata non supera i 15 minuti. Per esempio, da Plaza Nueva ti proponiamo un interessante itinerario nella Granada rinascimentale: attraversa la Gran Vía, costeggia il retro della Cattedrale e prosegui lungo il Camino de San Jerónimo. Unirai così due monumenti coevi, entrambi legati al lavoro dell’architetto Diego de Siloé, a cui è dedicato il passaggio situato dietro la Cattedrale.
Se invece ti trovi nella zona di Puerta Real o in Calle Reyes Católicos, puoi raggiungere il monastero percorrendo Calle Alhóndiga e poi Calle Duquesa, attraversando Calle Gran Capitán. Scoprirai alcune vie emblematiche che portano i nomi delle due figure storiche legate al monastero. Il percorso non supera i dodici minuti.
Qualunque sia il punto di partenza, camminare fino al monumento è il modo migliore per arrivarci e goderti l’atmosfera vivace del centro di Granada.
Se ti trovi in una zona più distante dal centro storico, puoi utilizzare diverse linee di autobus urbano:
- Linea 25 – Alquerías (Centro Deportivo – Rosaleda – Gran Capitán)
Parte e arriva a Pintor Fernando Belda – Centro Deportivo, passando per Calle Arabial, il Campus Universitario di Fuente Nueva e il Camino de Ronda. Puoi scendere alla fermata Gran Capitán 25 – Centro Cultural e raggiungere il monastero in circa cinque minuti a piedi.
- Linea U2
Ideale se ti trovi nell’area del Campus de Cartuja. La linea attraversa le varie facoltà e scende fino a Fuente Nueva e Plaza Einstein. Dalle ultime fermate puoi raggiungere il monastero a piedi: il percorso più breve parte dalla fermata Severo Ochoa – Fuente Nueva e richiede circa otto minuti, passando per i Comedores Universitarios e svoltando poi in Calle Rector López Argüeta.
- Linea U3 – Camino de Alfacar – Campus de Cartuja – P.T. Salud
Collega Camino de Alfacar con il Campus de Cartuja e con l’area del PTS a Zaidín. Si può seguire un percorso simile al precedente scendendo alla fermata di Severo Ochoa e proseguendo a piedi verso il monastero.
- Metro di Granada
Utile soprattutto se ti trovi nei quartieri del Zaidín, della Caleta o vicino al Centro Commerciale Nevada. La fermata più vicina è Universidad, nel Campus de Fuente Nueva, accanto alla Escuela Técnica Superior de Ingeniería de Caminos, Canales y Puertos. Da lì basteranno dieci minuti di cammino seguendo lo stesso percorso indicato sopra fino a Calle Rector López Argüeta.
Se sei già a Granada, arrivare in auto può risultare meno pratico che a piedi o con i mezzi pubblici, poiché gran parte del centro è pedonale o soggetto a restrizioni di traffico. Inoltre, i parcheggi disponibili nella zona sono limitati.
Indipendentemente dal punto di partenza, trovi diversi parcheggi pubblici nei dintorni del monumento, come quelli situati in Gran Capitán, Severo Ochoa o San Juan de Dios in Calle Rector López Argüeta.
È possibile anche arrivare in taxi. La tariffa dipenderà dalla distanza, dall’orario e dal traffico.
Le visite non sono permesse durante le celebrazioni liturgiche.
È consentito fotografare e filmare, purché non si disturbi chi si trovi in preghiera.
Non è permesso consumare cibi o bevande, fumare o entrare con animali, ad eccezione dei cani guida.
All’ingresso si raccomanda di spegnere il telefono cellulare.
I minori devono essere accompagnati e si richiede ai visitatori di mantenere ordine, pulizia e un comportamento rispettoso del patrimonio.
All’interno è necessario mantenere il silenzio, vestirsi decorosamente e scoprire il capo.
Il monastero si trova nel pieno centro di Granada, una zona ricca di locali dove gustare tapas, pranzare o cenare a seconda di ciò che preferisci. Proprio di fronte, in Calle Duquesa, si trova il Cambalache Restaurant, un classico specializzato in tapas e porzioni tipiche da condividere.
Se ti sposti nel resto del centro, troverai alcuni dei bar più rappresentativi della città: La Taberna Tita Paca, in Calle Pedro Antonio de Alarcón; La Sitarilla, nel quartiere della Magdalena; il tradizionale Bar Ávila Tapas, vicino all’Acera del Darro; oppure Los Manueles – Catedral, tra molti altri.
Per chi preferisce un ambiente più alternativo, a pochi passi dal monumento si trova il noto Lemon Rock Granada, nella zona di Plaza de los Lobos. È il luogo ideale per prendere qualcosa da bere con la relativa tapa, condividere piatti vari e ascoltare musica dal vivo in un’atmosfera rock.
Questi sono solo alcuni esempi della grande varietà gastronomica che il centro di Granada ha da offrire. La scelta dipende dai tuoi gusti, dal tipo di locale che preferisci e dalla zona che desideri esplorare. In ogni caso, ti consigliamo di verificare in anticipo disponibilità e recensioni online per scegliere il posto più adatto alla tua visita.
Nei dintorni del Monastero di San Geronimo si concentrano numerosi monumenti religiosi e storici che riflettono la ricchezza artistica di Granada. Salendo per Calle Gran Capitán e proseguendo lungo Calle San Juan de Dios, troverai la Basilica di San Juan de Dios, un vero gioiello in cui il barocco granadino si manifesta in tutto il suo splendore.
Di fronte al monastero, all’angolo con Calle San Jerónimo, sorge il Santuario di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso, costruito nel XVII secolo, con una facciata austera ma sorprendentemente originale. Proseguendo lungo Calle San Jerónimo si arriva a Plaza de la Universidad, dominata dalla storica Facoltà di Giurisprudenza e dalla Parrocchia-Collegiata dei Santi Martiri Giusto e Pastore, con la sua imponente cupola centrale risalente ai secoli XVI e XVII. In quest’area si trova anche il Giardino Botanico dell’Università di Granada, inaugurato nel XIX secolo: un’oasi di tranquillità nel cuore della città.
Continuando lungo la stessa via si incontrano due dei monumenti più emblematici di Granada: la Cattedrale e la Cappella Reale. Poco distante, in Calle Oficios, si trova l’antico Palazzo della Madraza, l’università nasride del XIV secolo, oggi trasformata nel Centro di Cultura Contemporanea dell’Università di Granada e ancora dotata dell’oratorio originale. Accanto si apre la Alcaicería, l’antico mercato della seta, un affascinante labirinto di vicoli pieni di negozi di artigianato, dove acquistare oggetti di taracea o la tradizionale ceramica di Fajalauza.
Se preferisci una passeggiata più ampia, da Calle San Juan de Dios puoi dirigerti verso la Gran Vía, dove spiccano i Giardini del Triunfo, il Real Ospedale di Granada (XVI secolo, oggi sede del Rettorato dell’Università) e la Porta di Elvira, un resto dell’XI secolo dell’antica cinta muraria araba, punto d’ingresso alla celebre Calle Elvira. A breve distanza si trova Plaza de Isabel la Católica, con il suo iconico monumento dedicato a Isabella la Cattolica e Cristoforo Colombo del XIX secolo, insieme al Monumento del IV Centenario. Proseguendo per Calle Reyes Católicos, in Plaza del Carmen, si erge il Municipio di Granada, un elegante edificio che conserva sulla facciata la sua statua equestre e che occupava anticamente il Convento dei Carmelitani Calzati. Subito dietro si trova il Corral del Carbón, del XIV secolo, l’unica alhóndiga nasride conservata nella penisola iberica e uno dei più importanti monumenti andalusini della città.
Infine, dirigendoti verso la Carrera del Darro, non puoi perderti la Basilica della Vergine delle Angustie, patrona di Granada. Costruita nel XVII secolo, il suo magnifico interno barocco è una testimonianza unica dell’arte religiosa granadina.
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